Ass. Famiglie "Il Paese"

 

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CARNEVALE 2009

AL CIRCOLO

"IL PAESE"

SABATO 21 FEBBRAIO

FESTA DI CARNEVALE

ORE 20.00

CENE DELLE BEFFE

ORE 22.00

GRAN BALLO IN MASCHERA

DOMENICA 22 FEBBRAIO

CARNEVALE DEI BAMBINI

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1/2/3/4 MAGGIO 2008 : GITA

RIVIERA DI ULISSE

Città prediletta dai Papi, Gaeta, conserva ancora oggi numerose chiese che testimoniano il suo antico splendore.
Non lontano dal porto, rude e maestoso, sorge il duomo di Sant'Erasmo, patrono di Gaeta. Consacrato nel 1106 dal pontefice Pasquale II, conserva le spoglie dei Santi Erasmo e Marciano. Il museo Diocesiano, posto sul portico del duomo, conserva dipinti su tavole e su tele del XIII e XVIII secolo, frammenti marmorei, manoscritti, stampe e arredi sacri.
Fuori le mura si trova la chiesa di San Giovanni a mare, con la cupola in stile arabo. Fondata nel X secolo dal Duca di Gaeta Giovanni IV. Fu costruita su un piano leggermente inclinato per consentire il defluire dell'acqua nei periodi di alta marea.
Nel centro storico sono presenti altre chiese. In quella dell'Annunziata, edificata nel 1321, si trova la Grotta d'Oro, capolavoro dell'arte rinascimentale, dove alla fine del 500, si aggiunse l'Immacolata di Scipione Pulzone, pittore gaetano, davanti alla quale pregarono i Papi Pio IX e Giovanni Paolo II.
Sul pendio di Monte Orlando, si affaccia, la chiesa di S. Francesco, imponente costruzione neo-gotica, edificata per volere di Ferdinando II e Carlo II d'Angiò, nel luogo in cui il Santo di Assisi aveva costruito un piccolo eremo. Il portale di travertino, preceduto dalla scalinata, presenta ai due lati le statue dei due benefattori. Tra le altre importanti chiese ricordiamo: S.Lucia (VII sec.), S. Caterina d'Alessandria (XI sec.), S. Maria di Porto Salvo o degli Scalzi (XV sec.), S. Domenico (XV sec.), la Sorresca (XVI sec.).
Altre interessanti opere si possono ammirare presso la Pinacoteca
di palazzo De Vio, dove è conservato l'antico stendardo della battaglia di Lepanto del 1571.

Alatri è un comune di 28.661 abitanti della provincia di Frosinone « Spuntava il giorno, ma il sole era ancora nascosto dietro ai monti che mi accingevo ad attraversare per recarmi ad Alatri... finalmente, dopo aver girato una collinetta, vidi dinanzi a me questa interessante città, ricca di splendidi palazzi che dimostrano una fiorente vita cittadina nel passato. Non avevo ancora visto una città di così bell'aspetto nei monti del Lazio. » Ferdinand Gregorovius: (1821/1891) scrittore e storico tedesco

È uno dei principali centri della Ciociaria. Noto soprattutto per l'acropoli preromana cinta da mura megalitiche, tuttora ben conservata, della quale la Porta Maggiore è il monumento più imponente. Di notevole interesse sono inoltre la chiesa romanico-gotica di Santa Maria Maggiore e la reliquia dell'Ostia Incarnata, conservata nella Cattedrale.

L'acropoli di Alatri è una vasta area sopraelevata posta nel cuore del centro storico, sulla cima del colle.

 

È di notevole interesse per le sue mura in opera poligonale, costituite da diversi strati di megaliti polimorfici, provenienti dalla stessa collina e fatti combaciare perfettamente ad incastro senza l'ausilio di calce o cementi. L'acropoli, oltre alla rampa d'accesso, presenta due porte d'ingresso, la Porta Maggiore o dell'Areopago e la Porta Minore o dei falli. Su di essa sorge la cattedrale dedicata a san Paolo.

La cattedrale di San Paolo Sulla sommità dell'acropoli, sul podio di un antico ierone (altare ernico) e sui resti di un tempio dedicato a Saturno, sorgono, rispettivamente, la Cattedrale di San Paolo e l'attiguo Vescovado, risalenti al periodo altomedioevale: ne abbiamo notizie fin dal 930.

A seguito di un importante intervento di ristrutturazione effettuato nel corso del XVIII secolo, entrambi gli edifici si presentano al visitatore moderno con linee e forme settecentesche. La facciata, in pietra e laterizio, è stata realizzata assieme al campanile da Jacopo Subleyras tra il 1790 e il 1808 e mostra di ispirarsi al modello delle maggiori basiliche romane, per la presenza di un unico ordine di paraste a binati. Nel 1884 furono aggiunti l'attico e il timpano.

L'interno è a croce latina, a tre navate e con un lungo transetto sopraelevato in corrispondenza del presbiterio. Tra il materiale artistico di pregio custodito nel luogo sacro vanno annoverati i reperti di un pergamo cosmatesco risalente al 1222.

Nella chiesa è conservata una particola di carne umana, per i credenti si tratta di un'ostia trasformatasi

miracolosamente in carne nel XIII secolo.

Tutta la storia del Miracolo dell’Ostia Incarnata è impostata sulla Bolla "Fraternitatis Tuae" di Papa Gregorio IX del 1228, il documento che racconta quanto è accaduto ad Alatri tra la fine del 1227 e gli inizi del 1228.

Il Sommo Pontefice prende le mosse da una lettera con la quale il Vescovo di Alatri, Giovanni, lo informa di ciò che è accaduto e gli chiede istruzioni in merito. Il Papa mostra di non avere dubbi sull’autenticità dell’episodio e tratta l’argomento con l’atteggiamento di un padre premuroso.

E la sua lettera diventa un Mandatum, perché trasmette un ordine: è sigillato infatti con filo di canapa, com’era uso.

  La Bolla Papale: "Gregorio vescovo, servo dei servi di Dio, al venerabile fratello vescovo di Alatri salute e apostolica benedizione. Abbiamo ricevuto la tua lettera, fratello carissimo, che ci informava come una certa  giovane, suggestionata dai cattivo consiglio di una malefica donna, dopo di aver ricevuto dalle mani del sacerdote il Corpo Sacratissimo di Cristo, lo trattenne in bocca fino a quando,  colta I'occasione favorevole, lo nascose e legò in un panno, dove, dopo tre giorni, ritrovo lo stesso Corpo, che aveva ricevuto in forma di pane, trasformato in carne, come tuttora chiaramente appare a chi l’osserva.

Poiché l’una e l’altra donna tutto questo umilmente ti hanno fatto sapere, ora domandi un nostro consiglio circa la punizione da infliggere alle colpevoli.

In primo luogo dobbiamo rendere grazie, con  tutte le nostre umane possibilità, a Colui che, pur facendosi presente sempre ed in ogni cosa in modo meraviglioso, tuttavia in qualche occasione ripete i miracoli e suscita nuovi prodigi, affinché, rafforzando la fede nelle verità della Chiesa cattolica, sostenendo la speranza, riaccendendo la carità, i peccatori si sentano richiamati, si convertano i perfidi e rimanga confusa la malvagità degli eretici.

Pertanto, fratello carissimo, per mezzo di questa lettera apostolica, disponiamo che tu infligga una punizione più mite alla giovane, che riteniamo abbia compiuta l'azione delittuosa più per debolezza che per malizia, specialmente perché è da credere che si sia sufficientemente pentita nel confessare il suo peccato; alla istigatrice poi, che con la sua perversità la spinse a commettere il sacrilegio, dopo averle applicate quelle misure disciplinari, che crediamo opportuno affidare al tuo criterio, imponi che, visitando i vescovi più vicini, confessi umilmente il suo reato, implorando, con devota sottomissione, il perdono." Dato in Laterano  il 13 marzo 1228,      Gregorio PP.  IX

 

 

Sperlonga è un comune litoraneo del Lazio, in provincia di Latina di 3.247 abitanti.

In età romana sorsero nel territorio numerose ville, la più celebre è quella appartenente all'imperatore Tiberio, comprendente una grotta naturale modificata e decorata con sculture del ciclo dell'eroe omerico Ulisse. Le ville erano inoltre centri di produzione per l'industria della pesca (vasche per l'allevamento).

Il paese si sviluppò intorno ad un castello sul promontorio di San Magno (65 m s.l.m.), uno sperone dei monti Aurunci, a difesa dalle incursioni via mare dei Saraceni, prendendo il nome dalle numerose cavità naturali della zona (speluncae).

La chiesa di Santa Maria di Spelonca è menzionata come esistente già nel 1135. A due navate, con matronei, subì successivamente modifiche e rifacimenti. Conserva una tela con la "Madonna Assunta" sull'altare maggiore ed una statua lignea di San Leone Magno, nella cappella del Presepe, che gli fu dedicata al momento della sua consacrazione come patrono del paese (dagli inizi del XVIII secolo). La cappella di San Domenico conserva un altare settecentesco e volta affrescata.

Chiesa di San Rocco, del XV secolo. Palazzo Sabella. che ospitò nel 1379 l'antipapa Clemente VII, in fuga dopo la sconfitta ad Anagni. La facciata venne rifatta nel XVI secolo.

L'intera struttura del paese è caratteristica per la sua forte connotazione mediterranea, caratterizzata da case imbiancate a calce e da una struttura molto simile alle città greche o arabe.

Villa di Tiberio e Museo nazionale archeologico

La villa dell'imperatore romano Tiberio deriva dall'ingrandimento di una precedente villa tardo-repubblicana, con ambienti disposti intorno ad un portico. Una grotta naturale venne sistemata come sala da pranzo estiva, con giochi d'acqua e straordinari gruppi scultorei del ciclo di Ulisse, rinvenuti in frammenti nel 1957 e attualmente conservati nel "Museo archeologico nazionale di Sperlonga".

 

 

FESTA DEI MARRONI 2003

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POGGIO COLLA 2003

MARCIA A BARBIANA

NOTIZIE DAL PAESE DI VICCHIO

 

 

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